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 di Elena Capone

Comunicato stampa di Elena Capone - Volterra / PI
10 gennaio / 23 febbraio 2018

Osteria - con vista - Fornelli e VolaTerrA
presentano “Come lo sguardo di Medusa”
personale di pittura di
Silvia Malacarne


Affronta l’inanimato più eterno ed imperscrutabile. Lo scova su fondi emersi dalle acque, nel segreto ritiro restitutivo del tempio natura.
Ne rivela il minaccioso spirito intenzionale, ma anche la solitudine, quella dell’identità divina prigioniera del mito perduto e testimoniata ora solo alla forza imponente della sua forma.
Quasi in continuità di significato, nella città di pietra, Volterra (PI), “Come lo sguardo di Medusa” è la mostra personale di Silvia Malacarne, in corso presso “Fornelli-Osteria con Vista”, in Piazzetta dei Fornelli e nello spazio di “VolaTerrA-Gusto Genuino”, in via Turazza 5+, dal 10 gennaio al 23 febbraio 2018.
Le suggestioni cromatiche sono quelle dell’ambiente, ma le angolature dei volumi di sassi imponenti sul primo piano, hanno ombre “urbane” e suggestione scultorea.
Seducente e minacciosa Medusa ha pietrificato se stessa nell’oblio più remoto. E poco possono le fragili foglie ingiallite, se non alleggerire il lungo peso esistenziale che ha però, qualche volta, il coraggio di emergere e mostrare le sue bellissime spaccature e cicatrici.
Il ciclo della vita è testimoniato da “dita di quercia che scivolano sopra statue di roccia”. Ma anche da un “battito pietrificato” che può riprendere il volo, solo dopo aver affrontato lo “sguardo più oscuro”.
Silvia Malacarne, autrice visiva, ma anche maestra di “Cooking Class” nel suo Agriturismo, concepisce l’espressività in senso esperienziale, come ricerca di scambio fra inconscio individuale e collettivo, possibile solo nel momento in cui avviene una reale “connessione”.
Diplomata all’Accademia di Belle Arte di Firenze, allieva di Ferdinando Farulli , Domenico Viaggiano per tecniche dell’Incisione e del designer Nilo Gioacchini, da sempre si esprime con la pittura, sperimentando anche supporti in cotto e carta da scenografia. Il primo dipinto risale ai sei anni di età: un “concerto di formiche su una patata”. “Mio padre - racconta - rimase così colpito dalla particolarità dell’immagine che lo portò a lungo tempo con sé nel suo portafoglio”. E questa era già la prova della “massima stima”.
“Come lo sguardo di Medusa”, dopo un grande ritiro è come la resurrezione, ed implica per l’autrice “una serie di simbologie incredibili”. Direttamente da “un percorso personale”, da quei traumi a cui si dà una trasmissione visiva, una lettura infinita, in cui “tu puoi leggere di te attraverso di me”. Così “L’arte tutta è un parto”. Ri-forgiare e manipolare il sé per donarlo come  come linguaggio autentico all’universale.


 

…COME LO SGUARDO DI MEDUSA

SASSI ANTICHI
PORTANO LE CICATRICI DEL TEMPO
MISTERIOSI E PESANTI
ADAGIATI SULLE FOGLIE
FOSSILIZZATA ENERGIA
DI MILIARDI DI ATOMI VORTICANTI
SOLO LA FORMA RIMANE
CON TUTTA LA SUA GRAVITA’
LA VITA CIRCOLA - L’ERBA NASCE
DITA DI QUERCIA SCIVOLANO
SOPRA STATUE DI ROCCIA
MOSTRANO LE FERITE E LO SPLENDORE
CIO’ CHE ERANO - L’ERBA MUORE
UN BATTITO PIETRIFICATO IN FONDO AL FIUME
NESSUNO LO SENTE
PASSAGGI VELOCI LASCIANO IMPRONTE IMPERMANENTI
SOLO UNO - TRASPARENTE COME L’ACQUA
INDICA LA VIA - COME NON RIMANERE INCANTATI
DA QUELLO SGUARDO TERRIBILE
E NON RESTARE PESANTI COME PIETRA
SOLA E IMMOBILE
MA UTILIZZARE ALI DI FALENA
RIFLETTENTI GLI OCCHI MINACCIOSI
E SALVARSI SENZA LASCIARSI MAI
DISTOGLIERE NEANCHE DALLE MUSE
(S. Malacarne 1999)

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